Dichiarazione dei redditi 2025: più controlli per i forfettari

L’eliminazione dell’obbligo di rilascio della Certificazione Unica (CU) comporta infatti la necessità di verificare attentamente gli incassi effettivi relativi alle fatture emesse nel 2024. La gestione del Modello Redditi 2025 si prospetta più complessa per i contribuenti in regime forfettario e per i loro consulenti. Questo perché il reddito dei forfettari viene determinato secondo il principio di cassa, ovvero si tassano solo le somme effettivamente percepite.

L’eliminazione della Certificazione Unica e le sue conseguenze

Il decreto legislativo 1/2024, modificando l’articolo 4 del DPR 322/1998, ha eliminato l’obbligo di rilascio della Certificazione Unica per i soggetti in regime forfettario e per coloro che operano nel regime fiscale di vantaggio. Tale novità, se da un lato mira a semplificare gli adempimenti amministrativi, dall’altro rende più difficoltoso il riscontro degli incassi, poiché la CU costituiva una fonte di verifica per i redditi percepiti.

Paradossalmente, questa misura appare in contrasto con l’obiettivo della dichiarazione precompilata. Infatti, l’Agenzia delle Entrate non potrà più basarsi sulle CU per predisporre il Quadro LM della dichiarazione dei redditi per i forfettari, rendendo necessaria una verifica più attenta da parte dei contribuenti stessi e dei loro consulenti.

Il ruolo del commercialista

Di fronte a queste nuove sfide, il ruolo del commercialista diventa ancora più cruciale. Il professionista dovrà:

  • Effettuare controlli puntuali sugli incassi delle fatture emesse nel 2024 per garantire la corretta dichiarazione del reddito.
  • Supportare i clienti nella gestione della liquidità, evidenziando eventuali situazioni a rischio di errore.
  • Prevenire contestazioni fiscali, assicurandosi che i dati comunicati all’Agenzia delle Entrate siano corretti e coerenti con i movimenti finanziari.
  • Gestire le lettere di compliance, fornendo la documentazione necessaria per dimostrare la corretta applicazione del principio di cassa.

In sintesi, la dichiarazione dei redditi 2025 per i forfettari richiederà una maggiore attenzione nella verifica degli incassi. L’assenza della CU e il nuovo regime di fatturazione elettronica impongono ai contribuenti di adottare un monitoraggio costante, con il supporto di un commercialista esperto, per evitare sanzioni e problemi con il Fisco.

Fatturazione elettronica obbligatoria e controlli incrociati

L’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i titolari di partita IVA, introdotto nel 2024, ha reso superflua la Certificazione Unica per i forfettari, in quanto i dati relativi ai compensi sono già disponibili nei database dell’Agenzia delle Entrate tramite il Sistema di Interscambio. Tuttavia, esiste il rischio di disallineamenti tra emissione delle fatture e incasso effettivo. Alcuni esempi:

  • Una fattura emessa a dicembre 2024 ma incassata nel 2025 non deve essere dichiarata nel 2024.
  • Un pagamento parziale ricevuto su una fattura emessa a fine anno potrebbe generare incongruenze.

Rischi e aumento delle lettere di compliance

Senza il riscontro delle CU, l’Agenzia delle Entrate potrebbe intensificare l’invio di lettere di compliance ai contribuenti forfettari per segnalare possibili discrepanze tra fatturato e incassi effettivi. Questo perché i dati disponibili attraverso la fatturazione elettronica non consentono sempre di stabilire con certezza il momento dell’effettivo incasso.

Fonte foto: commercialista online